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IL MODELLISMO IN SCALA MONDIALE
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231
MENSILE
Ottobre 2015
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Mensile di tecnica modellistica
n°231 - Ottobre 2015
6
18
28
36
44
62
Arado Ar.196 A-3
1/32
di Claudio “Debe” De Bellis
BMD-2
Momcilovic
1/35
di Ivan Momcha
Belly Tank & sister
1/24
di Pietro Ballarini
SM.79 Bombardiere
1/48
di Cesare Pigliapoco
Apocalypse Z
1/35
di Alessandro Bruschi
"After the war - Italy 1944"
prima parte 1/35
di Andrea Cingolani
RUBRICHE
26
42
72
74
Piazza affari
Agenda
Novità
The Penguin's Corner
AVVENIMENTI
56
Catania -
XVIII Mostra Concorso Internazionale di Modellismo Storico
MODEL TIME
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Capo redattore
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Direttore editoriale
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Servizi fotografici
Alessandro Bruschi (A.B.)
Grafica
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Consulenti e Collaboratori
Simon Antelmi, Pietro Ballarini, Andrea Cingolani,
Claudio “Debe” De Bellis, Sandro Degiani,
Ettore Giordano (E.G.), Enzo Maio, Marcello Marchetti,
Ivan Momcha Momcilovic, Cesare Pigliapoco
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zione declina ogni responsabilità per i danni derivanti dal-
l’incorretta applicazione delle tecniche descritte nella pubbli-
cazione.
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Per una volta lasciamo riposare il buon Sandro Degiani e rimettiamo-
ci al PC a buttare giù due righe. L'argomento di oggi è uno di quelli spi-
nosi, di quelli seccanti che tormentano la nostra coscienza modellistica!
"Il Meglio è nemico del Bene" recita un vecchio adagio, e nel modellismo
ciò è quantomai vero. Confesso di essere un modellista paranoico e
pignolo, che sovente non ci dormo la notte se una cosa non viene come
penso debba venire e che mi scervello per settimane, mesi e anche anni
per trovare soluzioni.
Detesto le approssimazioni e le scorciatoie.
La conseguenza è che mi ritrovo con una collezione di "regine dello
scaffale", ovvero modelli iniziati con entusiasmo e tanto lavoro ma mai
finiti.
Per carità, c'è un amico che ho soprannominato "sverginatore di sca-
tole" perché raramente supera lo stadio di 5 pezzi incollati, però in
linea generale questo non va bene.
Non è questione di portare i modelli alle mostre o farsi dire quanto si
è bravi, è proprio il concetto in sé di iniziare qualcosa e non portarlo
a termine che è discutibile, sa di inconcludenza…
D'altra parte è pur vero che non tutti i modelli sono meritevoli di esse-
re completati, a volte, nonostante l'impegno profuso, a un certo punto
si capisce che non verrà fuori un bel lavoro e allora magari è meglio
dedicare il tempo a scatole più promettenti.
In certi casi danneggiamo qualche parte critica come i trasparenti e
allora ci si blocca perché la sostituzione è piuttosto problematica.
Insomma il modellismo è fatto anche di questo: di valutazioni, ragio-
namenti, esigenze opposte, non è nemmeno il caso di tagliare corto e
finire un modello a tutti i costi.
Pazzesco? No, il modellismo è anche percorso, soprattutto percorso. Il
piacere sta nel costruire, nel correggere, nell'aggiungere e nel compia-
cersi del risultato parziale che mano a mano si raggiunge. Però il per-
corso, per quanto affascinante e appagante, poi comunque porta da
qualche parte.
E allora? Accontentarsi del pressapochismo? Insistere caparbiamente
nel "perfezione o morte"? O magari trovare una ragionevole via di
mezzo?
Non è facile, non è facile per nulla e dipende tanto da come siamo fatti
noi e da quale fase stiamo attraversando nella nostra vita. Anni fa ero
ancora più paranoico e pignolo di adesso, ora parto con l'idea del fan-
tomatico montaggio rapido, tanto per divertirmi, e poi finisco inesora-
bilmente nel labirinto della serie: "ahh qui non si può lasciare così, là
bisogna correggere, lì modificare, ohh ma 'sta cosa non va bene… è da
rifare… etc. etc.".
La documentazione è complice, una volta non sapevi nulla, ora hai a
disposizione praticamente tutto e allora ogni possibile magagna viene
fuori e non ti salvi più!
C'è da dire però che mi ricordo con soddisfazione dei modelli sui quali
tanto ho sudato, mentre considero marginalmente quelli che sono anda-
ti assieme praticamente da soli: mi hanno lasciato poco, un altro fatto-
re da mettere nel conto.
E poi c'è un'ultima, inconfessabile motivazione, una di quelle che forse
è meglio celare accuratamente: sono anche pigro. Sovente so bene come
fare per finire il modello, le tecniche non mi mancano ma… non ne ho
voglia!
Thomas Abbondi
di
Claudio “Debe” De Bellis
REVELL
1/32
Protagonista di questo
lavoro è l’Arado Ar.196 A-3
appartenente al III./KG 100
basato sull’isola di Creta
dal settembre del 1942 al
gennaio del 1943.
Volevo un diorama diverso dal solito aereo adagiato sul carrello o sulla cata-
pulta, per cui ho deciso di piazzare l’idrovolante nel suo ambiente naturale…
l’acqua.
Con poco più di 30 euro il modello Revell è davvero completo e appagante
anche se realizzato da scatola. Addirittura esiste la possibilità
di rappresentare il velivolo con le ali ripiegate.
Per aggiungere dettaglio mi sono pro-
curato il set BigED
della Eduard per
le fotoincisioni
e le mascherine
pretagliate della
Montex (ottime)
per aerografare codi-
ci, svastiche e croci.
La basetta riproduce lo
scorcio di un porticciolo
dell'isola di Creta: due mecca-
nici arrivano a bordo di una
Schwimmwagen e si guardano
attorno perplessi non vedendo nessu-
no della Luftwaffe… Anche gli avieri
più zelanti meritano un attimo di
riposo per mangiare un boccone e,
perché no, provare a pescarsi la
cena! O no?
Questo lavoro è iniziato nel gen-
naio del 2014 ed è andato avan-
ti fino all’ottobre dello stesso
anno. Era già un po’ che
avevo in mente una cosa
del genere e così, quan-
do su Modellismopiù,
la comunità virtuale
che frequento ormai da
anni, è stata scelto come tematica per
un concorso on-line l’argomento “Ali
sul mare”, ho preso la palla al balzo.
Devo dire che i lavori così lunghi
necessitano di pause: mettere le mani
sempre sul solito modello alla fine
viene a noia. Per fortuna che la
necessità di doversi confrontare con
un diorama ha spezzato la routine.
Sono molto legato a questo lavoro in
quanto è stato realizzato in un
momento molto difficile della mia
vita. Ad Alessandro e Martina.
Le cinture di sicurezza stampate sulla plastica devono essere asportate con
una fresa e rimpiazzate con le fotoincisioni precolorate Eduard.
MODEL TIME 231/15
7
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