Runner's World Italia - Marzo 2015.pdf

(27443 KB) Pobierz
SCARPE
LE GRANDI NOVITÀ DELLA STAGIONE
WWW.RUNNERSWORLD.IT
MARZO 2015
INIZIA A CORRERE CON
LA NOSTRA TABELLA
PRINCIPIANTI
PREPARA AL MEGLIO UNA 10K
SUPER TRAINING
Gareggia in pista
e migliori su strada
I dubbi del runner a tavola?
Risolti.
NUTRITION
DIVENTA FORTE
&
VELOCE
(e
rimani così)
SCOPRI PERCHÉ IL SEGRETO È TUTTO NEI TUOI... FIANCHI
New!
TUTTA TUA
LA CITTÀ
Nasce
Run The City
LA RIVISTA DELLA CORSA PIÙ LETTA AL MONDO
ESERCIZI
PER LE DITA
DEI PIEDI
CHE RAZZA
DI RUNNER!
Tu e il tuo cane.
Di corsa...
Pag. 84
MARZO 2015 - MENSILE - ANNO 10 - NUMERO 3
5,50
in Italia
Lascia respirare
i tuoi piedi grazie
all’innovativo
ed esclusivo sistema
tecnologia licenziata da
Climatizzazione anticipata.
Performance migliore.
Premium Performance Wear per atleti di massimo livello.
THE TRICK
®
Technology
THE TRICK
®
fa in modo che
il tuo corpo si rinfreschi in
anticipo. Le tue prestazioni
aumentano fin dall‘inizio.
Spine Insulation Zone
In questo modo si crea una zona di calore locale.
Sensori lungo la colonna vertebrale
Registrano una forte tendenza al riscaldamento.
Segnale
Il cervello interpreta questo segnale
come indicazione del surriscaldamento
dell‘intero organismo.
Protetto in 39 paesi.
Brevetti:
EP2146594,
MX 291317,
AU 2008250795,
RU 2481777
2014
International
X-BIONIC
®
THE TRICK
®
X-BIONIC
®
THE TRICK
®
Running Shirt Men
Thorny Devil Technology
Per un trasporto mirato
del sudore verso le zone
che necessitano di essere
rinfrescate maggiormente.
Sweat Collector
Nelle zone del corpo dove si ha il maggior accumulo
di sudore gli Sweat Collectors assorbono l‘umidità e,
attraverso le strutture di spessore graduato del filato
HydroPort, la incanalano verso gli Sweat Transporters.
Sweat Transporter
Questo sistema di canali che avvolge tutto il
corpo trasporta continuamente il sudore in eccesso
verso quelle zone in cui, evaporando, può avere il
maggior effetto rinfrescante possibile sui muscoli
surriscaldati.
Sweat Distributor con Partialkompression
®
Researched and
developed in Switzerland
Crafted in Italy
X-BIONIC
®
THE TRICK
®
Running Pants Men
© 2014, X-Technology Swiss R&D AG
La struttura che abbina la Partialkompression
®
e i
canali in maglia raccoglie il sudore in eccesso e lo
fa evaporare su una superficie ampia, in modo tale
da rinfrescare le parti del muscolo maggiormente
soggette al surriscaldamento.
Brevetto: ZA 2011/01805, AU 200930661
Il modello bionico
Il modello bionico della tecnologia Thorny Devil. Poiché
nel deserto australiano c‘è poca acqua potabile, il
moloch (detto anche diavolo spinoso, in inglese “Thorny
Devil”) ha sviluppato un sistema di scanalature micro-
scopiche sulla pelle che, sfruttando le forze capillari,
incanalano l‘acqua piovana e l‘umidità verso la bocca.
Questo effetto capillare è stato ripreso dai progettisti
X-BIONIC
®
per
THE TRICK
®
Premium Performance Wear.
facebook.com/xbionic.int
twitter.com/Xbionic
www.x-bionic.it/the-trick
FAI IL TEST!
PERCHÉ NIENTE È PIÙ VERO DELLA PROPRIA ESPERIENZA PERSONALE!
VAI SU
WWW.X-BIONIC.IT/THE-TRICK
PER VERIFICARE DOVE POTER TESTARE L’ESCLUSIVO PREMIUM PERFORMANCE WEAR.
X-BIONIC
®
RUNNING PREMIUM DEALERS // FREE RUN PRATISSOLO DI SCANDIANO (RE)
freerun.fd@libero.it |
FREE LIVE SPORT CAVALESE (TN)
info@freelivesport.it |
READY TO RUN
TORRE BOLDONE (BG)
info@readytorun.it |
RUNWAY SPORT NOICATTARO (BA)
runwaysport@alice.it |
MC RUNNING PINEROLO (TO)
info@mcrunning.it |
ESSETRESPORT MESTRE (VE)
info@essetresport.com |
UN SESTO ACCA CAZZAGO DI PIANIGA (VE)
unsestoacca@live.it |
BAFFO SPORT MODENA (MO)
info@baffosport.com |
COMM.CALZATURE BRAVI BUTTRIO
(UD)
info@commercialecalzature.com |
PIANETA SPORT MASSAFRA (TA)
info@pianeta-sport.it |
BORN TO RUN MILANO (MI)
info@borntorunshop.it
Sviluppato dagli scienziati – testato dagli sportivi.
www.sportscience-laboratories.com | www.x-bionic.com
X-BIONIC
®
è il vincitore del «MARCHIO PIÙ INNOVATIVO DELL’ANNO»
nel 2009, 2010, 2011, 2012, 2013 e 2014.
EDITORIALE
NON
IMPORTA
QUANTO
L’ARGOMENTO È DI QUELLI DELICATI.
Mi riferisco al
running for charity,
cioè “fare
beneficenza attraverso la corsa”, per dirlo all’italiana. Tema affrontato cinque anni fa in un Editoriale
intitolato “Charity sì, ma mettici la faccia” e ripreso nei numeri successivi con articoli tra l’esplicativo
e il provocatorio. Vi sottolineavo, in particolare, la timidezza con cui il nostro Paese – in cui non c’era
(non c’è) manifestazione podistica, competitiva o a passo libero, che non abbia la solidarietà tra
le sue finalità – affrontava l’argomento “beneficenza”. Allora assolvevamo l’ambiente da un’ipotetica
cinica indifferenza ribadendo invece che secondo noi si trattava piuttosto di «cronica disabitudine
a dedicarsi agli altri in maniera organizzata, articolata, complessa» e sollecitavamo i nostri lettori
– e i runners in generale – a mettersi in gioco di persona, come è tradizione consolidata in moltissime
parti all’estero. L’esortazione era a potenziare l’abbinamento tra solidarietà e partecipazione che
avrebbe dovuto portare, tra l’altro, a raccogliere cifre più importanti di quelle allora garantite solo
dal più debole dei richiami alla generosità, quello della donazione casuale. Quella sorta di appello
fece colpo, dando una bella scossa all’ambiente, tanto che diversi organizzatori di gare e molti
operatori in ambito charities hanno rivisto i loro comportamenti, rivolgendosi a strategie più in linea
coi tempi, che, ci risulta, hanno portato all’ambito “solidarietà” introiti decisamente maggiori.
Tutto bene, dunque. E invece no. C’è qualcosa che da un po’ m’imbarazza in riferimento
proprio al termine
solidarietà,
parola magica – come scrivevo – che profuma di bontà (ma anche
di umanità, sensibilità, compassione), suscita tenerezza ed evoca le migliori intenzioni
manifestandosi spesso in modo esemplare, magari anche solo per tacitare la coscienza.
Ecco, questa fuga in avanti delle charities applicate alla corsa mi crea però disagio quando sospetto
che l’auspicata modernizzazione del meccanismo finisce per alleggerire sempre più il significato
emotivo delle iniziative a favore di quello del reperimento delle risorse: oggi i
charity program
abbinati alle principali manifestazioni podistiche sono diventati spesso delle vere e proprie
ancore di salvataggio delle stesse, rivelandosi in grado, per qualche evento, di moltiplicare
esponenzialmente il numero degli iscritti. Il rischio, insomma, è che si trasformino in macchine
da guerra (e da soldi), confondendo ciò che inizialmente doveva essere strumento (il denaro
raccolto) col reale obiettivo (la sensibilizzazione, l’informazione, la solidarietà).
Faccio il malessere tutto mio, astenendomi dal fare illazioni che non sarei in grado di sostenere,
perché sono cosciente del fatto che quanto sto scrivendo potrebbe creare malintesi e penalizzare,
mettendole in cattiva luce, le lodevoli iniziative della maggior parte di quelli che hanno portato
il “sociale” nella corsa. Nondimeno voglio rivolgermi ancora una volta ai runners ai quali avevamo
lanciato il messaggio di “partecipare” meglio gli eventi solidali, perché diventino, come qualcuno
mi ha opportunamente suggerito, dei
critical runners,
cioè
corridori consapevoli,
e garantiscano non
solo la loro presenza, ma anche e soprattutto la condivisione dell’iniziativa benefica. Lo slogan più
appropriato per questa nuova consapevolezza potrebbe essere
Non importa quanto, importa come.
Io non credo che tale approccio penalizzerebbe il fundraising, anzi. In proposito si può andare
a leggere a pagina 54 l’articolo
Una stagione di successo
nella rubrica Mind+Body. In un passaggio
l’autore dice: «Per funzionare, un obiettivo dev’essere in linea con i tuoi valori personali».
Che, rapportato al nostro ragionamento, vuol dire: perché i messaggi solidali passino, devono andare
davvero al cuore, non transitare necessariamente prima per le tasche. Allora, proviamo a ripensarci?
Marco Marchei
Il Direttore
A
COME
IMPORT
RUNNER’S WORLD - MARZO 2015
3
Zgłoś jeśli naruszono regulamin